Perizia Calligrafica Processo, Verifica dell'Autenticità dei Documenti
Introduzione alla Perizia Calligrafica nel Processo

La giustizia penale è un campo estremamente delicato, dove precisione e responsabilità sono fondamentali. Ogni piccolo dettaglio può contare molto per il verdetto finale, che porterebbe alla mare fatti oggettivi o mandare un innocente carcere per errore giudiziario. La base di ogni procedura e indagine giudiziaria sono raccolta e analisi delle singole prove, e considerato che la tecnologia offre un valido aiuto agli uffici
giudiziari o le forze di polizia per svolgere al meglio il proprio lavoro, in questo determinato ambito la perizia grafologica merita molta attenzione.
Questa tipologia di accertamento tecnico è indispensabile e viene utilizzato nel caso si renda necessario verificare l’autenticità di una determinata scrittura. Da una firma dubbia in calce a un contratto, a un testamento, fino a una dichiarazione contenuta in una lettera, fino ad arrivare alla lettera anonima. In tutti questi casi, l’attribuzione del all’autore materiale del testo può risultare cruciale al fine di costruire o confutare un impianto accusatorio.
L’analisi grafologica, pertanto, non si limita alla forma, analizza nel dettaglio la scrittura e va ad esplorare i movimenti esecutivi e gli schemi motori del soggetto scrivente.
In altre parole, va oltre l'aspetto esteriore della scrittura per indagare i complessi meccanismi neuromotori che ne determinano il gesto scritturale. Poiché, come è stato detto in precedenza ciascun individuo, infatti, scrive in modo unico. E anche se cerca di dissimulare, traccia tratti
apparentemente diversi, ma per chi è competente in materia, risultano assimilabili, A tale fine, la perizia di un perito grafologo forense può essere decisiva per chiarire i dubbi e le ambiguità che emergono e contribuire, in modo scientifico e imparziale, all’indagine in sede processuale. Anche se il diffondersi della digitalizzazione dei documenti ha reso la pratica della scrittura a mano meno diffusa. Tuttavia quest’ultima non perde il proprio valore periziale, soprattutto in un ambito forense dove la scrittura autografa gode di un’importanza più che rilevante.
Pertanto in un’epoca caratterizzata dalla crescente digitalizzazione tutto ciò che ruota attorno alla gestione documentale, è indubbio che scrivere su carta in molti ambiti stia diventando una pratica desueta. Questo, però, non toglie valore alla perizia grafologica, frequentemente determinante e rilevante nei procedimenti giudiziari, soprattutto penali: che si tratti del caso mediatico o di una semplice querela, la possibilità di dimostrare con certezza scientifica o negare la riconducibilità di una determinata scrittura può cambiare le sorti di un’intera causa.
La perizia grafologica rappresenta uno degli strumenti più utili e frequentemente impiegati nel processo penale, soprattutto nei casi in cui vi sia la necessità di accertare l’autenticità di una firma, una scrittura o un’intera documentazione manoscritta. Questo tipo di analisi, affidata a un perito esperto in grafologia forense, può fornire elementi tecnici rilevanti per l’accertamento, contribuendo a chiarire dubbi su documenti contesi o sospettati di falsificazione.
Tuttavia, è importante sottolineare che la perizia grafologica non ha valore vincolante per il giudice.
È sottoposta al principio della libera valutazione del giudice, sancito dall’articolo 192, comma 1, del Codice di Procedura Penale, secondo cui “Il giudice valuta la prova secondo il suo prudente apprezzamento”. Ciò significa che, anche di fronte a una relazione peritale che esprima conclusioni chiare e tecnicamente fondate, il giudice non è tenuto ad accoglierle automaticamente, ma può decidere in senso contrario, purché motivi adeguatamente la propria scelta, come previsto dall’art. 125, comma 3, c.p.p.
Questa discrezionalità trova fondamento in un principio tradizionale del diritto processuale: il giudice è “Peritus peritorum”, cioè l’esperto tra gli esperti, ed è chiamato a valutare complessivamente tutti gli elementi del processo, inclusi quelli tecnici, senza esserne vincolato.
Tuttavia, proprio per la sua natura oggettiva, una perizia grafologica ben condotta, redatta secondo criteri scientifici, con metodo trasparente e nel rispetto del contraddittorio tra le parti (come previsto dall’art. 230 c.p.p.), può acquisire un peso probatorio significativo.
In particolare, la perizia grafologica assume rilievo nei casi in cui la scrittura contestata rappresenta l’unico o il principale elemento di prova: si pensi a una confessione firmata, a un testamento olografo o a una lettera anonima a contenuto minatorio o diffamatorio. In questi casi, l’affidabilità del parere tecnico è cruciale, e una relazione peritale dettagliata, eventualmente corroborata da consulenze di parte convergenti o da altri riscontri oggettivi, può contribuire in modo determinante all’accertamento dei fatti e all’individuazione dell’autore del reato.
D’altro canto, una perizia mal condotta, lacunosa o priva di rigore scientifico, può essere facilmente contestata dai consulenti tecnici di parte (CTP), perdendo così la propria efficacia persuasiva.
Questo evidenzia l’importanza della competenza del perito, della chiarezza dell’elaborato peritale e del rispetto delle regole formali previste dagli articoli 220-228 del c.p.p., che disciplinano l’incarico peritale, i doveri del perito e la relazione scritta.
In conclusione, pur non essendo una prova “Assoluta”, la perizia grafologica, quando svolta con precisione, metodo e imparzialità, rappresenta uno strumento tecnico fondamentale nel processo penale. Integrata con altri elementi probatori, e valutata secondo i principi di legalità e garanzia previsti dalla legge, può diventare un mezzo decisivo per la formazione del libero convincimento del giudice, contribuendo a un processo equo e fondato sulla verità. 1
1 Protocollo Operativo in Perizia Grafologica A. Bravo, Ed. Studio Grafologico Bravo
Definizione di Perizia Calligrafica
La perizia grafologica è una procedura tecnico forense la cui funzione è quella di stabilire l’autore
di una determinata scrittura, tramite un confronto tra il documento da verificare e campioni di
scrittura di sicura provenienza. La grafologia forense si basa su principi scientifici ben precisi che
derivano da una conoscenza maturata grazie all’esperienza del gesto grafico nel campo della
scrittura. Attraverso l’uso di strumenti ottici e metodi analitici codificati, lo specialista osserva ed
esamina ogni tipo di dettaglio contenuto nella grafia: spazialità, forza e direzione del tracciato sul
supporto cartaceo, inclinazione delle lettere, forma del tratto; inclinazione, velocità, ritmo ecc….
Diversamente dalla grafologia classica, il cui scopo è capire la personalità di un individuo
attraverso il tratto scritturale, la perizia grafologica ha lo scopo esclusivo d’identificare. Non
considera la caratterialità del soggetto, né la finalità creativa del gesto grafico, ma solo elementi
oggettivi, misurabili e ripetibili. La perizia grafologica viene dunque concepita come autentica
analisi forense, utilizzata non per rispondere a domande di significato, ma per stabilire se esista
compatibilità tra uno scritto in particolare e il suo possibile autore.
L’obiettivo principale, dunque, è quello di poter stabilire, con un elevato grado di probabilità, se uno
scritto, che si tratti di una firma, di una nota, o di un testo qualsiasi, sia stato effettivamente vergato
da quella specifica persona. Questa valutazione si fonda sull’esame comparativo e minuzioso in
cui nulla viene lasciato al caso. Si studia in particolare la variabilità grafica, le deviazioni, le micro-
variazioni. Caratteristiche che hanno un ruolo chiave nella perizia calligrafica nei contesti giudiziari
civili e penali, per poter valutare in modo oggettivo e rigoroso una scrittura.

L’Importanza della Perizia calligrafica nel Processo Civile
Nel contesto del processo civile, la perizia grafologica è uno strumento tecnico fondamentale, utilizzato nei casi in cui sorge una controversia sull’autenticità di una scrittura o di una firma. Si pensi, ad esempio, a un testamento olografo oggetto di contestazione, a un contratto di compravendita firmato da una delle parti, o ancora a una cambiale o a un assegno. In tutte queste situazioni, stabilire con certezza se una determinata grafia appartenga effettivamente alla persona indicata può risultare decisivo per la risoluzione della causa.
Per questo motivo, il giudice, ai sensi dell’art. 61 del Codice di Procedura Civile, può disporre una consulenza tecnica, nominando un consulente tecnico d’ufficio (CTU), esperto in grafologia forense, al quale viene affidato il compito di svolgere accertamenti approfonditi e redigere una
relazione tecnica che possa orientare la decisione giudiziale.
Il CTU non è una figura improvvisata: deve possedere una solida preparazione grafologica, ma anche una conoscenza adeguata delle norme giuridiche e procedurali, perché errori formali o metodologici possono compromettere la validità dell’elaborato e, in alcuni casi, esporlo a
responsabilità professionali (civili o disciplinari).
Dopo la nomina, il consulente deve accettare formalmente l’incarico e può astenersi o essere ricusato in presenza di situazioni di incompatibilità (ad esempio legami personali o professionali con una delle parti), secondo quanto previsto dagli articoli 63 e 64 c.p.c.. Una volta accettato l’incarico, è tenuto a prestare giuramento, impegnandosi a svolgere il proprio compito con onestà, diligenza e imparzialità (art. 193 c.p.c.), con l’unico obiettivo di far emergere l’oggettività dei fatti.
Il lavoro del CTU si concretizza nella redazione di una relazione tecnica scritta, in cui egli espone le operazioni svolte, i documenti analizzati, il metodo seguito, e le conclusioni tratte. La relazione, che va depositata entro il termine indicato dal giudice, deve essere chiara, coerente, ben argomentata e priva di vizi procedurali, per poter essere ritenuta attendibile e utile in sede decisionale.
Oltre al consulente del giudice, ciascuna parte ha il diritto di nominare un proprio consulente tecnico di parte (CTP), in base all’art. 201 c.p.c. Il CTP partecipa alle operazioni peritali, osserva, formula osservazioni, e può anche redigere le proprie osservazioni. A differenza del CTU, il consulente di parte non deve essere neutrale, ma rappresenta e tutela la posizione della parte che lo ha nominato, pur nel rispetto delle regole del procedimento e della deontologia professionale.
Un aspetto molto rilevante in sede civile è quello legato alla scrittura privata: un documento sottoscritto da una o più parti, la cui efficacia è subordinata all’autenticità della firma. Ai sensi dell’art. 2702 del Codice Civile, “la scrittura privata fa piena prova, fino a querela di falso, della provenienza delle dichiarazioni da chi l’ha sottoscritta, se colui contro il quale è prodotta ne riconosce la sottoscrizione”. Se una parte intende contestare l’autenticità della propria firma, deve disconoscerla formalmente, come stabilito dall’art. 214 c.p.c., ossia dichiarare espressamente che non è sua, alla prima udienza utile, altrimenti la firma si considera tacitamente riconosciuta (art. 215, comma 2, c.p.c.), e non potrà più essere messa in discussione, salvo querela di falso.
In caso di disconoscimento, il giudice può disporre un accertamento tecnico per verificare l’autenticità della firma, dando così incarico al CTU di eseguire l’analisi grafologica. Quest’ultimo procederà alla comparazione tra la firma contestata e scritture di sicura provenienza attribuibili alla
parte, avvalendosi di strumenti scientifici e criteri scientificamente riconosciuti, al fine di giungere a una conclusione obiettiva e attendibile. 2
2 Protocollo Operativo in Perizia Grafologica A. Bravo, Ed. Studio Grafologico Bravo
Procedura per Richiedere una Perizia Calligrafica
La perizia è uno degli strumenti fondamentali del processo, che il giudice o le parti utilizzano per
acquisire conoscenze tecniche o scientifiche che non detengono direttamente. La perizia viene
disposta d’ufficio dal giudice ogniqualvolta questi ritenga di dovere avvalersi dell’ausilio di un
esperto per acquisire una migliore conoscenza in merito a fatti di natura tecnica rilevanti ai fini
della decisione. Tuttavia, essa può essere richiesta dal pubblico ministero, in particolare nel
processo penale, nonché essere proposta dalle parti sia in ambito civile che penale.
In genere, quando è disposta la perizia il giudice nomina un perito d’ufficio, figura imparziale e
competente nella materia oggetto dell’accertamento. Egli viene scelto da un albo apposito dei
consulenti tecnici del tribunale oppure, in mancanza, tra persone con particolare competenza
tecnica, che non sono iscritte.
Allo stesso tempo, le parti hanno il diritto di far intervenire il proprio consulente tecnico di parte. Il
CTP svolge una duplice funzione: da un lato, partecipa alle operazioni peritali, vigilando su
congruità e imparzialità del CTP giudiziale; dall’altro, scrive osservazioni, controrelazioni o
integrazioni con le quali redige una replica analitica o più specifica rispetto a quella del perito. Con
ciò, il contraddittorio è garantito anche in termini tecnico-scientifici.
In ogni caso, durante le operazioni peritali, è necessaria la presenza di tutte le parti, pronte a
partecipare attivamente, a sollevare eccezioni o domande al perito, oppure a consegnargli
documenti o atti utili. Al termine della stessa, il perito d’ufficio redige una relazione scritta che viene
depositata agli atti del processo e su cui il giudice o le parti possono discutere, criticare o chiedere
chiarimenti.
In conclusione, la perizia, sebbene non vincolante per il giudice nella decisione finale, riveste
frequentemente un ruolo di rilievo, soprattutto quando verte su materie complesse quali la
medicina, la valutazione immobiliare, la dinamica dei sinistri, l’analisi di bilanci o sistemi informatici
e così via. La perizia, come si è detto, costituisce un ausilio alla qualità e all’equità della decisione
giuridica, poiché compie un’attività di integrazione colmando il tradizionale dislivello culturale tra
diritto ed altri saperi rilevanti ai fini del processo.

Metodologia della Perizia Calligrafica

La procedura per l’accertamento grafico, spesso richiesta nei casi di presunta falsificazione di
firme o documenti manoscritti, segue una serie di passaggi rigorosi e metodici, che mirano a
garantire la massima oggettività e attendibilità del risultato. Questo tipo di accertamento viene
generalmente affidato a un perito grafologo nominato dal giudice, il quale opera seguendo criteri
tecnico-scientifici riconosciuti.
Il primo passo fondamentale è rappresentato dalla raccolta del materiale comparativo, cioè gli
elementi sui quali l’analisi verrà svolta. Si reperisce da una parte il documento contestato, cioè la
scrittura sospettata di falsa attribuzione; dall’altra parte bisognerà rintracciare scritture sicuramente
attribuibili alla persona di riferimento, il cosiddetto scritto comparativo, che dovrà offrire un termine
di paragone. Il materiale in esame deve essere prodotto nello stesso tempo della scrittura
comparativa, possedere le stesse caratteristiche principali.
Una volta in possesso della documentazione necessaria, il perito può dare inizio all’effettiva analisi
tecnica. Anche in questo caso numerosi aspetti della grafia, uno per uno, possono fornire utili
indicazioni sulla persona autrice del testo. Si osserva l’inclinazione delle lettere, la pressione sul
supporto fisico, la regolarità e la continuità del tratto, la forma e la proporzione delle singole lettere
che compongono le parole e, infine, i tratti individualizzanti, elementi formali e stilistici caratteristici
della grafia di un individuo, difficilmente imitabili.
Dopodiché, il perito passa alla fase del confronto diretto. Ovvero, pone direttamente a confronto il
documento in verifica con gli scritti di provenienza certa, alla ricerca di analogie oppure di
discordanze. Si precisa che il confronto grafico non viene mai fatto su un solo elemento. Anche in
questo caso, infatti, l’obiettivo del perito è evitare giudizi affrettati e personali. E fare una
valutazione complessiva degli elementi della scrittura in esame.
Infine, il perito redige una relazione tecnica dettagliata, che espone con chiarezza il metodo
seguito, gli elementi riscontrati e le conclusioni tratte. Tali conclusioni possono essere di diverso
tipo: si può arrivare ad attribuire con un buon grado di certezza la scrittura a un determinato
soggetto, si può escludere con certezza la possibilità che questa sia stata eseguita. In alcuni casi,
quando gli elementi non sono sufficienti o le scritture troppo disomogenee, il perito può anche
formulare un giudizio sospensivo o di probabilità, indicando che non è possibile esprimere una
conclusione definitiva.
Tutto l’iter procedurale è sottoposto al principio del contraddittorio: le parti e i rispettivi consulenti
tecnici (CTP) possono assistere alle operazioni peritali, sollevare eccezioni, controparti, reperire
altri documenti e presentare le proprie controdeduzioni. Questo garantisce un’adeguata
trasparenza e imparzialità, due elementi essenziali in un’indagine che può avere un peso
essenziale per l’esito della causa.
Valore Probatorio della Perizia Calligrafica
La perizia calligrafica è una degli strumenti più utili e più spesso impiegati nell’ambito del processo
penale. In particolare, quando si tratti di accertare l’autenticità di una firma, di una scrittura nonché
di una intera documentazione manoscritta. Grazie all’analisi svolta da un perito esperto in
grafologia forense è possibile acquisire un insieme di elementi su base tecnica e logicamente validi
per stabilire un’oggettiva verità. Va comunque puntualizzato che la perizia calligrafica non fornisce
al giudice una soluzione vincolante, bensì uno strumento di prova libero apprezzamento e
valutazione, come tutti gli altri elementi dell’inchiesta.
In pratica, questo significa che, anche se la relazione del perito d’ufficio è chiara e fondata, il
giudice non è tenuto a recepirla passivamente: può anche decidere in senso opposto, purché
motivi adeguatamente la propria scelta. Questa discrezionalità deriva da uno dei principi
fondamentali del processo penale. Il giudice è “Peritus peritorum”, ossia l’esperto tra gli esperti e
deve avere la possibilità di considerare tutti i contributi, inclusi quelli tecnici, alla luce dell’intero
procedimento.
Eppure, proprio per le sue caratteristiche scientifiche ed oggettive, una perizia grafologica ben
condotta non può che avere un valore intrinseco di prova. In condizioni rigorose, effettuate
secondo criteri attendibili e trasparenti, la relazione del perito o dell’esperto può contribuire ad
alimentare il quadro accusatorio o difensivo, come strumento d’indagine o a conferma di altri
elementi disponibili, quali l’indagine tecnica, la prova testimoniale documentale o direttiva.

Formazione e Qualifiche del Perito Calligrafico

In definitiva, il perito calligrafo, o perito grafologo forense, è una figura altamente specializzata e
che ricopre un ruolo chiave in diversi procedimenti giudiziari, sia civili che penali. La sua funzione,
dunque, è qualcosa di molto complesso e non si limita al mero confronto visuale di scritture. Per
questo motivo, richiede una preparazione tecnica, scientifica e metodologica molto estesa: ad
esempio, il “saper leggere” uno scritto o riconoscere uno stile grafico non è affatto sufficiente per
agire in ambito forense. Il perito deve poter effettuare un’analisi rigorosa del gesto grafico
considerando numerosi fattori che possono modulare la scrittura in ogni momento.
Infatti, la scrittura non è solo un tratto grafico visibile. Essa è espressione di uno schema motorio
complesso, determinato da variabili come l’età, lo stato di salute, la condizione emotiva,
l’ambiente, il dispositivo su cui si scrive e persino l’avvenenza. Il perito dovrà riconoscere tutte
queste componenti e a interpretarle, discriminando ad esempio tra alterazioni spontanee e forzate,
tra scritture autografe ed apocrife, tra variabilità fisiologica e artificio frutto di dissimulazione.
In Italia, non ci si riferisce ad un albo unico e ufficiale dei periti grafologi, ma di diversi albi settoriali
regionali. Questo significa che è ancora più importante assicurarsi che il perito con cui si intende
collaborare abbia seguito un percorso formativo di qualità e tracciabile. Tuttavia, ci sono percorsi
formativi riconosciuti e certificati per diventare professionisti in questo settore. Uno di questi
percorsi noto è la norma UNI 11822:2021 3 , ossia il requisito relativo all’attività professionale del
grafologo forense, che stabilisce gli standard minimi in termini di competenze, conoscenze, abilità
e responsabilità.
Il percorso formativo di chi intende esercitare la professione seriamente non può prescindere dal
dover approfondire una vasta gamma di discipline: la grafologia, la psicologia, le neuroscienze e
fisiologia del movimento, il diritto processuale, nonché tecniche di perizia e la formazione con
esperienza diretta sul campo. Analisi di casi reali, analisi delle relazioni tecniche, confronto di
pareri con altri esperti.
È importante notare che l’analisi grafica richiede un continuo aggiornamento e apprendimento in
quanto molte tecniche e strumenti utilizzati per analisi si sono evoluti nel tempo. L’avvento del
software di analisi grafica online, dei programmi di analisi e delle tecnologie di analisi grafica di
base ha apportato ulteriori modifiche. Questi cambiamenti significano che un perito deve
partecipare a seminari, workshop, convegni per rimanere aggiornato sulla sua pratica
professionale.
In ultimo, non va dimenticato l’aspetto etico: il perito grafologo, infatti, opera spesso in situazioni
delicate, in cui le sue valutazioni possono influenzare l’andamento di un processo. È quindi
indispensabile che egli mantenga indipendenza, imparzialità e rigore metodologico, redigendo
relazioni tecniche chiare, ben documentate e coerenti con le evidenze raccolte.
3 Come definito dalla UNI 11822:2021, l’Esperto in Grafologia Forense è un criminalista che si occupa di verificare la paternità di uno scritto ignoto
mediante la comparazione di scritture note, ovvero accertare il falso documentale, nel rispetto dei protocolli e delle best practices. Da sito AICQ
SICEV.
Casi di Studio e Esempi Pratici
Uno dei capisaldi dell’attività del perito calligrafo è senza dubbio costituito dai procedimenti legati alla validità dei testamenti: in particolare, è la perizia calligrafica a trovare una delle sue massime applicazioni nel contesto del testamento olografo, ossia del testamento completamente scritto di pugno dal testatore stesso. Si tratta di una forma testamentaria apparentemente molto diretta e semplice. Ciò nondimeno, spesso si rivelata al centro di importanti e lunghe controversie giudiziarie: tutto ciò accade quando in gioco c’è l’autografia della scrittura o la legittimità della firma. Infatti, spesso si giungono a distinguere casi in cui l’erede dichiari che è un falso, sostanzialmente che il testatore non lo ha scritto con le proprie mani. Precisamente in tale casistica entra in azione il perito grafologo, il quale è chiamato ad accertare se quel determinato
documento è stato redatto dal testatore, tramite l’analisi dettagliata della scrittura e della firma.
Ma non è solo la scrittura di un testamento a essere disciplinata da queste tecniche. La perizia grafologica è molto spesso applicata anche in campo contrattuale. Nel caso si debba stabilire l’autenticità delle firme apposte su contratti di compravendita, fidejussioni, assegni bancari,
deleghe, cambiali e documenti firmati aventi valore economico-giuridico. Nella maggior parte dei casi l’atto su cui viene apposta la firma è di notevole importanza. E solitamente una scrittura posta da altri soggetti comporta gravi danni economici e penali. Il giudice quindi necessita della relazione tecnica per valutare la causa con certezza dei fatti.
Altro campo particolarmente delicato è quello delle lettere anonime, spesso redatte con lo scopo di minaccia, calunnia o diffamazione. Anche in questo caso, la figura del mittente anonimo rende difficile l’individuazione dell’autore, ma un’accurata analisi grafica del testo, specie se confrontata con scritture certe dei sospettati, può altresì fornire indizi decisivi. Il perito non si limita, infatti a valutare gli aspetti grafici e formali del testo, osserva la grafia, la modalità espressiva, la pressione, l’andamento del tratto, e quanti altri elementi individualizzanti permettono al perito di scoprire queste “Firme” che, troppo spesso, tradiscono il reale autore del messaggio, persino quando vengono usati mezzi per coprire la scrittura dell’effettivo autore.
Indubbiamente più complessa e delicata è la situazione in cui il materiale con il quale il perito è chiamato a confrontarsi è costituito da fotocopie o scansioni di un documento oggetto di verifica. In tali circostanze, infatti, il lavoro del perito è reso più complesso dalla mancanza di una serie di informazioni quali: la pressione esercitata sulla carta, la presenza o meno di interventi sul supporto cartaceo e le microvariazioni del tratto. Fino alle diverse caratteristiche legate al supporto fisico, come il tipo di carta, l’inchiostro ecc…
Nonostante la carenza di tutti questi elementi, il tecnico, è comunque in grado di effettuare un’analisi morfologica e comparativa. morfologica, ovvero di ricostruzione del tracciato in analisi.
Ad esempio anche le proporzioni delle lettere, l’inclinazione e la fluidità del gesto grafico. In ogni caso, bisognerà specificare che si sta svolgendo un’analisi su copia, e si giungerà a conclusioni molto più “Caute” che dovranno essere supportate da altri elementi.
In ogni scenario, la perizia grafologica resta uno strumento tecnico insostituibile per chiarire dubbi sull'autenticità della scrittura, contribuendo in modo determinante all’accertamento della verità oggettiva, sempre nel rispetto del contraddittorio e delle garanzie processuali.
Norme Deontologiche e Responsabilità del Perito
Il lavoro del perito grafologo è non solo tecnico, ma anche di responsabilità. Infatti le sue conclusioni delle perizie spesso influenzano l’esito di un procedimento giudiziario. In molti casi, è il perito grafologo che incaricato di stabilire se un determinato documento sia stato scritto da una persona, chi sia l’autore della lettera minatoria, se sia in realtà autore della firma apposta su un documento bancario. Una valutazione inesatta, difetti metodologici, scarsa imparzialità possono avere conseguenze negative sul procedimento giudiziario ed anche su un piano etico.
Per queste ragioni, il perito grafologo deve sempre lavorare con grande correttezza, imparzialità e scientificità. Deve essere consapevole che non è una semplice analisi tecnica che sta svolgendo, ma un contributo all’iter processuale che sarà valutato e scrutinato dai giudici, dagli avvocati, dalle parti in causa. L’ imparzialità è uno dei principi cardine dell’attività peritale. Anche se il perito è nominato d’ufficio o è stato scelto da una delle parti, non deve farsi condizionare da interessi personali, pressioni sia economiche che morali. La valutazione del perito dovrà essere basata solo su dati oggettivi e verificabili ed il suo metodo chiaro e trasparente.
Un altro aspetto essenziale è il rispetto della riservatezza. Il perito ha accesso a documenti sensibili, informazioni personali, contenuti privati, e deve trattare tutto il materiale con massima discrezione, evitando qualsiasi divulgazione impropria, e mantenendo la massima confidenzialità anche dopo la conclusione del procedimento in essere.
Al fine di garantire la correttezza e la qualità professionale, esistono codici deontologici specifici che disciplinano il comportamento del perito grafico forense perizie. Questi codici disciplinano le norme di condotta relative all’obbligo di formazione e aggiornamento, alla trasparenza nei rapporti con le parti, al rispetto dei tempi processuali. In tal senso, diverse organizzazioni professionali, come l’AGI Associazione Grafologi Italiani o AGP Associazione Grafologi Professionisti, promuovono la formazione etica e tecnica dei propri iscritti, fornendo loro strumenti di vigilanza e autodisciplina.
In ultima analisi, il perito è tenuto a un esame incrociato, ovvero a dover difendere e sostenere le proprie conclusioni, anche contro le osservazioni delle parti o del giudice. Questo aspetto richiede serenità, determinazione e, soprattutto, onestà intellettuale, ovvero la capacità di riuscire ad esprimere sempre e comunque proprie conclusioni, anche nel momento in cui emergano elementi che mettano in discussione i propri giudizi provvisori. In definitiva, il grafologo non può prescindere
da un codice etico, giacché il suo lavoro è un insieme di tecnica, etica e diritto. Solo attraverso tale disciplina che il suo lavoro potrà essere un vero e proprio asset a livello giuridico a tutti gli effetti.

Associazioni Professionali e Risorse Utili

I periti calligrafi possono anche contare su diverse associazioni professionali che rappresentano un riferimento stabile per la promozione di un percorso professionale virtuoso, della formazione e
dell’impostazione di elevati standard qualitativi nell’applicazione scientifica della disciplina. Le principali realtà esistenti in Italia sono:
L’Associazione Grafologi Professionisti (AGP), che promuove la valorizzazione della figura del grafologo professionista, anche in ambito giudiziario. L’AGP si occupa di accreditare i propri iscritti secondo criteri di formazione, esperienza e deontologia, offrendo anche eventi formativi, seminari specialistici e pubblicazioni di settore.
L’Associazione Grafologica Italiana (AGI) è una delle realtà più storiche e autorevoli nel panorama grafologico italiano. Oltre a promuovere la formazione scientifica dei grafologi, l’AGI cura la diffusione della cultura grafologica attraverso convegni, riviste, corsi e certificazioni. Al suo interno opera una sezione forense, dedicata espressamente alla grafologia giudiziaria, che rappresenta un punto di incontro tra teoria, pratica e aggiornamento normativo.
Il Coordinamento Nazionale Periti ed Esperti Forensi (CONPEF), invece, si rivolge a una platea più ampia di esperti e periti in diverse discipline tecniche, tra cui anche i grafologi forensi. Il CONPEF svolge una funzione importante di tutela della professione peritale, promuovendo la formazione multidisciplinare, la trasparenza professionale e il rispetto delle regole deontologiche. Fornisce inoltre un registro consultabile da parte di magistrati, avvocati e privati cittadini in cerca di professionisti qualificati per incarichi tecnici.
Tutte queste associazioni costituiscono quindi un importante risorsa nella pratica professionale, sia per la struttura dei percorsi formativi, sia per le occasioni di confronto e scambio tra colleghi, sia per gli strumenti messi a disposizione dei propri iscritti per aggiornarsi e affrontare le nuove sfide alle quali la professione dovrà confrontarsi, come: evoluzione tecnologica, nuove normative ecc…
Inoltre, per i cittadini e i professionisti che necessitino di supporto da parte di un perito, le associazioni di riferimento rappresentano un canale attraverso il quale scegliere con sicurezza un esperto qualificato, regolarmente aggiornato e sempre in linea con una formazione certificata e un preciso codice etico.
Data la delicatezza della materia e l’importanza del ruolo del professionista, l’appartenenza a un’associazione affermata non è soltanto un valore aggiunto, ma rappresenta anche una patente di serietà ed affidabilità. Nonché di continuo aggiornamento e massimo rispetto delle linee guida deontologiche.
Faq
Come si svolge una perizia calligrafica?
La perizia calligrafica prevede un rigido protocollo di analisi per giungere ad un giudizio con il massimo grado di certezza possibile. Partendo dall’esame del documento in verifica si raccolgono tutte le informazioni che lo caratterizzano , attraverso esami visivi, digitali, e tecnici. Successivamente viene raccolto il materiale autografo più idoneo al confornto (coevità, omogeneità della forma, numero sufficiente, origine certa, ecc).
In base alle esigenze del committente vengono redatti diverse tipologie di perizia: parere verbale, parere sintetico, parere motivato scritto, relazione tecnica dettagliata. La Dott.ssa Marta Cappello è esperta in questo tipo di analisi e fornisce perizie accurate e professionali.
Che valore ha una perizia calligrafica?
Una perizia calligrafica ha un valore significativo in ambito legale e giudiziario, poiché offre un’analisi scientifica dell’autenticità delle firme e della scrittura su documenti contestati. Una perizia eseguita da un esperto qualificato, come la Dott.ssa Marta Cappello, iscritta all’Albo dei Periti e dei Consulenti Tecnici del Tribunale di Milano, può essere determinante per risolvere controversie legali, autenticare documenti e prevenire frodi. La perizia può essere utilizzata come prova in tribunale e ha un alto grado di credibilità.
Chi fa perizie calligrafiche?
Le perizie calligrafiche sono effettuate da periti grafologi forensi, professionisti specializzati nell’analisi della scrittura. Questi esperti hanno una formazione specifica in grafologia e spesso sono iscritti a registri professionali e associazioni riconosciute. La Dott.ssa Marta Cappello, è iscritta all’Albo dei Periti e dei Consulenti Tecnici del Tribunale di Milano e alle Associazioni di categoria da oltre vent’anni, e offre servizi di perizia calligrafica per supportare indagini legali e giudiziarie.